- SOIL - Il blog di Associazione ARA

Iniziamo questo 2020 con una novità! Una nuova pagina per l'Associazione ARA e una nuova scommessa!

In questa parte del sito troverete il nostro BLOG dove parleremo del mondo dei Beni Culturali e dei suoi professionisti...raccontando storie, esperienze e problemi...!


Il nome del nostro blog è - SOIL - cioè  SUOLO: nel suolo ci sono vite e storie nascoste che l'archeologo riporta alla luce. Il suolo è ciò che nasconde e svela. Nel suolo il seme germoglia. Il sentiero si traccia nel suolo, passo dopo passo, come è nata Associazione ARA.

L'Italia non è pronta per l'archeologia

A molti professionisti dei beni culturali (forse a tutti!)è capitato di sentir tessere le lodi del proprio lavoro, soprattutto quando si tratta di archeologia. Tutti noi tendiamo a ringraziare sinceramente, ma sappiamo con matematica certezza che dopo i complimenti arriveranno due frasi: il magico "Avrei voluto sempre tanto farlo anche io" oppure il temuto "L'economia di questo paese potrebbe basarsi solo sui beni culturali, con tutte le meraviglie archeologiche che abbiamo!" Ecco, ma anche no. Diciamo che questo articolo è quanto meno provocatorio e me ne rendo perfettamente conto, ma mi spiace signori: l'Italia non è pronta per l'archeologia, né per  il ricco patrimonio culturale di cui dispone, dobbiamo farcene una ragione. Qualcuno attribuirà le mie parole a una visione pessimistica della situazione lavorativa o economica del paese, ma la mia è solamente una constatazione a freddo, molto oggettiva e basata su prove evidenti.

 

Cominciamo con citarne alcune molto individuali: in percentuale quanti italiani comprano uno smartphone da 1000 euro e quanti spendono 15 euro per un biglietto del museo tutti i fine settimana (tot. 60€/mese = 720€/anno...più o meno quello che prendono in due mesi certi operatori qualificati che lavorano in alcuni musei, inclusi sabati e le domeniche, Natale e il beneamato Halloween...scusate la franchezza)? In percentuale quanti italiani sanno che gli archivi non sono solamente cameroni o cantine puzzolenti piene di vecchi "libri" ma che c'è altro in quei luoghi spesso chiusi e bistrattati? In percentuale quanti bambini che vanno al museo hanno decine di euro (bambini di quinta elementare con 50 euro in mano, gente io il primo 50mila lire l'ho tenuto in mano a 18 anni!!!) per comprare giochini e souvenirs e quanti invece comprano ...libri? In percentuale quanti genitori accompagnano i propri figli al museo tutti i sabati e quanti invece al centro commerciale a fare le "vasche"?

 

Citiamone allora uno più generale: nel 2006, ben 14 anni fa, è stata approvata una legge - la n.163/2006 - altrimenti nota come Legge sull'Archeologia Preventiva che prevede la procedura di valutazione dell'impatto delle opere pubbliche e di pubblica utilità sul patrimonio archeologico, attraverso un'indagine preliminare...che in parole povere vuol dire che se i lavori per i vostri tubi del gas nuovi di pacca devono essere fatti in una zona a rischio di ritrovamento archeologico gli operai non faranno un buco e ci butteranno semplicemente i tubi e voi vi farete il caffè comodamente seduti in cucina...ma che se lì ci sono resti antichi che parlano della vostra storia, gli operai avranno un archeologo che starà in piedi dalle 6 alle 8 ore al giorno a sorvegliare che i lavori non distruggano IL VOSTRO PASSATO. Si chiama "sorveglianza" e prima di allora...?'ndo cojo cojo direbbe un romano, cioè, io qui ci metto il gas, là la fognatura, qui l'acquedotto e se per caso c'era una villa romana con mosaici o tombe longobarde con gioielli e armi...beh PACE. Chi trova tiene e... vende... e voi avrete tutti i vostri servizi e la villa romana o le tombe...una bella colata di cemento. A ciascuno il suo.

 

Sul nostro archeologo che fa sorveglianza torneremo più avanti, nella prossima puntata, come si dice! :-) ...così vedrete le differenti tipologie di archeologo surgelato, bollito o la famosa ArcheOmbra che potete vedere sulla nostra pagina Instagram [Cercate la nostra pagina  - associazioneara]...a fine giornata ci resta quasi solo più quella!

 

Dicevamo che l'Italia non è pronta per l'archeologia: no proprio no. Per fare valorizzazione si fa una fatica improba, anche se qualcosina di molto piccolo si sta smuovendo negli ultimi anni, ma è veramente una formica che sposta un menhir! (se non sapete cosa sia un menhir provate a prenderne a testate uno e vi resterà impresso di cosa si tratti! Garantito).

A parte alcuni amministratori locali illuminati che scelgono di valorizzare il proprio patrimonio culturale attraverso l'operato di professionisti, molti loro colleghi non hanno i fondi e così ripiegano su associazioni o realtà più o meno improvvisate in cui la passione sembra avere la potenza del carburante avio...purtroppo - a volte -  ne ha anche il medesimo flash point (punto di infiammabilità)...e non sempre la valorizzazione ha l'effetto desiderato. Ad altri amministratori locali non interessa invece un fico secco dei propri beni culturali e fanno il minimo indispensabile seguendo l'adagio del "massima resa con minima spesa". i risultati si vedono (e anche di questo parleremo).

 

Gli unici a favore dei quali mi sento di spezzare una lancia sono i non addetti ai lavori, quelli per cui realtà come ARA nascono.

 

L'Italia non è pronta per l'archeologia perché non si fa COMUNICAZIONE CORRETTA. Nessuno ha voglia di andarsi ad annoiare per 4 ore in un museo archeologico che espone 300 pezzi di vasi tutti uguali o 200 percussori in pietra che sembrano tutti identici (che identici non possono essere... ma anche di questo parleremo più avanti se il blog non schiatta nel frattempo...), ma se anche avesse voglia di farlo deve poterlo fare. Oggi per comunicare i beni culturali si usano realtà aumentata e story-telling ed è sacrosanto perché siamo nel 2020 e non nel 1800...ma quello che conta è che l'Italia non è pronta per l'archeologia perché non viene comunicata correttamente al pubblico la realtà oggettiva, pensando che i non addetti ai lavori vogliano il sensazionalismo e il "mistero dell'archeologia" alla Stargate. Non è così...ma è la via più facile per "vendere" (sarebbe meglio che provassero a comunicare e non vendere ma si sa, siamo di parte) il nostro complicato mondo, soprattutto perché spesso chi sta dietro a certi prodotti divulgativi (se così li si può chiamare) non è affatto un professionista del settore, ma fa "accurate ricerche" senza avere la benché minima idea degli strumenti da utilizzare...con l'effetto del carburante avio di cui parlavo prima.

 

In conclusione l'Italia non è pronta, ma secondo noi è come un vecchio diesel, deve solo scaldare le candelette e poi sarà pronta per partire...le candelette sono tante, si chiamano "pubblico" e noi siamo dei meccanici coraggiosi, ci vogliamo provare!

 

Alla prossima!

 

Esopo

 

Gennaio 2020

 

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una rondine non fa primavera. non sempre...

Persefone è felicemente tornata sua madre. 

Tutti i bambini nati in questo periodo dovranno lasciare la propria città.

Giulio Cesare è già stato assassinato da sei giorni.

Le giornate si allungano.

Avete capito a cosa ci stiamo riferendo? 

La Primavera è tornata! 

Il 21 Marzo ci introduce alla stagione della rinascita, i campi vengono dissodati e seminati, la natura esplode di colori e gli animali escono dal torpore dell’inverno per riconquistare i boschi e le foreste. 

Proprio al mito di Persefone e Ade dobbiamo questa vivacità della primavera, questo senso di ripresa, di possibilità. 

La bella Persefone, infatti, rapita da Ade e costretta a vivere per 6 mesi negli inferi, un luogo tetro e oscuro, regno dei defunti; torna a vivere con sua madre per i restanti 6 mesi. Da qui l’alternanza mitica fra le stagioni fredde (Autunno e Inverno) e quelle calde (Primavera ed Estate).

La parola Primavera deriva dal latino “Ver; Veris” che potrebbe essere tradotto con “splendere, anno, vita, inizio”. 

La primavera per gli antichi non era solo una stagione legata alla rinascita della natura, quindi al mondo più contadino, ma un vero e proprio momento di passaggio, un’evoluzione della stessa società, con riti ben precisi da compiere. 

Uno fra i più importanti, molto diffuso nell’ambito italico e che prende il nome dalla primavera stessa, è il Ver Sacrum.

Il Ver Sacrum era una sorta di migrazione rituale finalizzata alla creazione di nuove città, di colonie, derivanti ma autonome rispetto alla madrepatria. 

Secondo la tradizione, tutti i figli nati in un determinato anno, scelto ritualmente, avrebbero abbandonato la loro città con l’obiettivo di crearne una nuova. 

Questa tradizione rispondeva a più scopi: evitare i sovrappopolamenti rispetto a economie di sussistenza, contribuire alla diffusione di culture e all’espansione territoriale e rispondere a un obbligo divino: Primavera come nuovo inizio; un dono divino al quale rendere grazie tramite un “sacrificio”.

 

Marzo 2024

 

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pasqua: un fatto storico-politico


Buona Domenica successiva alla prima luna piena di Primavera a tutte e tutti! 

Forse sarebbe più semplice augurare Buona Pasqua, ma sarebbe come dire la stessa cosa. 

La Pasqua è una delle feste mobili del calendario cristiano, quindi non legate a una data specifica. 

Il Concilio di Nicea, un’assemblea di tutte le più importanti cariche religiose del tempo, nel lontano 325 d.C., stabilì che la Pasqua sarebbe caduta, appunto, la Domenica successiva alla prima luna piena di Primavera. Da allora è poi sempre stato così! 

Ma cosa rappresenta la Pasqua e perchè si festeggia? 

Secondo le sacre scritture, quando Gesù di Nazaret venne messo in croce dalle autorità romane che amministravano la Giudea, rimase sepolto per 3 giorni prima di resuscitare e ascendere in cielo. 

Questo momento simboleggia per i cristiani la sottoscrizione del nuovo patto di alleanza tra Dio e l’Uomo. Una ricorrenza fondamentale quindi.

Ma che si sia credenti o meno non è comunque possibile trascurare l’importanza storica della Pasqua.

L’avvenimento fu una scossa enorme per il mondo romano e per la provincia giudaica. 

Da quel momento in poi, questa nuova religione, appena nata e con pochissimi seguaci, avrebbe travalicato i confini provinciali, viaggiato per tutto l’impero romano e oltre e attecchito in moltissime comunità, andando a creare a tutti gli effetti una religione parallela a quella ufficiale. 

Sempre più cellule di fedeli, di cristiani (da Cristo per l’appunto), si sarebbero sviluppate in ogni dove, trovando sempre nuovi adepti.

A principio sarebbero state le fasce più disagiate della popolazione a trovare supporto nelle parole del Cristo: la promessa di una vita migliore dopo quella terrena e che questa non dipendesse dalle ricchezze materiali, ma dallo stile di vita virtuoso, erano una manna per migliaia di persone povere e senza prospettive. 

Col passare degli anni però anche importanti personaggi si sarebbero avvicinati al Cristianesimo: soldati, mercanti, senatori e infine anche imperatori. 

Famoso è il motto “In hoc signo vinces” (“sotto questo segno vincerai”; alludendo al segno della croce) pronunciato a Costantino prima della battaglia di Ponte Milvio che lo vedrà vincitore e quindi unico contendente rimasto al trono imperiale. 

è affascinante vedere come questa pagina di storia ebbe inizio per un motivo tanto “semplice”, quanto pratico, se paragonato al risultato: un problema amministrativo provinciale. 

La condanna di Gesù venne stabilita da Ponzio Pilato, governatore romano della Giudea, per placare il dissenso crescente fra i notabili giudei che vedevano in Gesù un avversario più politico che religioso. 

Un bel film da poter guardare su questo tema è “Risorto” di Kevin Reynolds, per quanto il finale possa lasciare a bocca aperta.

 

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